Curriculum di Enrico Cerrato

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CURRICULUM di Enrico Cerrato
Anno di nascita: 1969
Qualifica: Sistemista Vtam TCP/IP Z/OS
Titolo di studio: Diploma di maturità tecnica (Informatica)
Lingue conosciute: Inglese scolastico
Disponibilità: Attualmente socio di NET STATION s.r.l
Esperienze professionali:

Agenzia assicurativa Milano assicurazioni
1998-1999
Addetto alla gestione sinistri e polize vita e gestione
della struttura informatica.
Iveco s.p.a. – Torino 1990- 1995
Operatore centro elaborazione dati ambiente
mainframe (MVS/XA, MVS/ESA, OS/390 ) .
Fiat IVECO – Torino 1995 – 1998
Sistemista di rete al supporto tecnico per ambiente
mainframe e per la gestione degli ambienti distribuiti.

Fiat Auto I.T.S. 1998 –2000-
Prosecuzione dell’attivita’ precedente ed inserimento
nella struttura I.T.S.
Supporto sistemistico all’integrazione dell’ambiente
Iveco nella architettura informatica di I.T.S. Fiat.
Ambienti e linguaggi
conosciuti:
MVS/XA, MVS/ESA, OS/390, Z/OS , UNIX (Hp,
Digital , AIX ) Windows 95/98/W7, Linux
VTAM, NCP, Netview, AOC, TCP/IP, CS,
Open View, Open Sna,
Conoscenze operative di:CICS, IDMS, OMEGAMON,
NETSPY, SOLVE, DBII, NDM, FTP ,ecc.
Rexx, JCL, C-language , Thema ,spazio .
Esperienze:
Gestione operativa e supporto sistemistico in ambiente mainframe.

Gestione reti SNA complesse multihost e
multidominio (VTAM, NCP,, SNI, CU locali e remote, collegamenti esterni, rete X.25,
frame realy, token ring,ecc.) )

Gestione e manutenzione TCP/IP su Z/OS  ed
OS390. Configurazioni e controllo.
– Controllo della rete (gestione operativa, controllo tramite Netview, creazione C-list di
automazione, NPDA, gestione alerts, ecc )
– Utilizzo strumenti di controllo come Omegamon, Netspy, Solve, ecc.
– Controllo del sistema : gestione operativa componenti sistema MVS e prodotti. (CICS, DBII,
IDMS, FTP, NDM ,ecc.)
Gestione operativa e supporto sistemistico in ambiente distribuito area rete:

Conoscenze per Unix HP, Unix Digital, Aix IBM, Linux
Omvs in ambiente OS390.

Discreta conoscenza del sistema operativo e dei
prodotti installati.


Configurazione e gestione Tcp/ip, gestione rete
locale, ecc.
Installazione configurazione ed utilizzo di OPEN/VIEW ed OPEN/SNA su server Hp/Unix
Prodotti di automazione in ambiente Unix (ITO)
Conoscenze dei principali dispositivi di connessione .
Configurazione dei principali router Cisco .
Esperienze maturate in Sanpaoloimi presso Supporto Tecnico di Produzione e Toro
assicurazioni ,come supporto networking.
– Gestione ,manutenzione ,compilazione NCP produzione e sviluppo.
– configurazione di una scheda OSA, presso il cliente Toro Assicurazioni.
– Ho tenuto un corso su RETI LOCALI dalla durata di 50 ore circa per due anni
– Presso la regione Piemonte.
– Il lavoro presso Sanpaolo è articolato in due sezioni una di routine dove
– L’attività consiste nella creazione / gestione di nodi switched PU LU mediante
– Tabelle, creazioni di posti lavoro in ambiente cics e ultimamente la definizione di
– Nuove utenze su Telnet 3270 .
– La seconda sezione è puramente sistemistica ovvero viene dedicato il tempo restante
– Alle problematiche e implementazioni nell’area Rete. In particolare i lavori svolti
– Son stati la partecipazione alla creazione della nuova struttura di Rete in ambiente Host
– Del Sanpaolo ,con la creazione di  partizioni di Rete ,quindi configurazione del Vtam
– Tutte le relative personalizzazioni ,migrazione di alcuni sistemi operativi in V2R10
– Per quanto riguarda le modifiche e personalizzazioni su Vtam ,TCP/IP.
– La creazione di un DNS per l’ambiente HOST ,quindi tutte le personalizzazione e modifiche
– Su tutte le partizioni Host Sanpaolo per quanto riguarda il TCP/IP , e in alcuni casi anche
– L’installazione del TCP/IP dove era richiesto.
– In seguito all’accorpamento del cliente SANPAOLOIMI con BANCO DI NAPOLI
– e di seguito tutte le altre acquisizioni della banca.
-Ho iniziato a seguire il prodotto di filetransfer della PRIMEUR THEMA SPAZIO, in ambito sistemistico
Quindi creazione ,configurazione di caselle ,personalizzazione dei QMANAGER ecc.
Assistenza sistemistica sul prodotto, installazioni e personalizzazioni di altri prodotti
Primeur per la sicurezza come DSTK ,DSSP, monitor SNMP
Installazione ,test e analisi di prodotti di monitoring in ambiente z/os ,inerenti l’utilizzo di
FTP, come prodotti SDS, VFTP, VIP della SDSSUSA.
– Associazione di indirizzi VIPA .

Installazione di nagios monitoring su macchina VM Linux con seguente installazione e configurazione di monitor SNMP per Spazio.

Installazione di Nagios su macchine virtuali  Linux, implementazione di nagios con Active directory.

  • Progettazione e Configurazione ambiente di Front-end Filetransfer ,S3, FTPS, Spazio Primeur, CFT
  • Configurazione e integrazione protocollo Pesit per Filetransfer MFT/Primeur
  • Stesura blueprint per Layer Batch su GCP
  • Predisposizione ambiente Data One
    • Progetto Replatforming Unix to Linux per ambiente Batch Intesa Sanpaolo
    • Referente per il teams Layer Batch (Gestione Layer Batch su machine infrastrutturali , Linux e Windows per tutte le applicazioni della banca),gestione e troubleshooting dell’intero Layer da sviluppo a produzione.

    Interconnessione con altri teams per progetti trasversali su middleware (java) e container (Kubernetes)

    • Utilizzo di strumenti per ciclo di vita del software ,versioning (Change console, RTC, GIT)
    • Pmo per attività di Verifiche HA (High Availability) per infrastruttura Intesa Sanpaolo relativa a Layer Batch
    • Pmo per gestione del Disaster Recovery inerente al pool di macchine che compongono il Layer Batch
    • Progettazione architettura ambiente Layer Batch su ambienti pre Produzione UAT, Provisioning IT per il Layer batch della banca.
    • Stesura delle linee guida ,policy di sicurezza per gli ambienti prod e no-prod Layer batch, (mdatp)
    • Gestione e coordinamento attività di innalzamento baseline su macchine Layer Batch per passaggio da Redhat 6 a Redhat 7
  • Installazione certificati TLS su ACF2 ,personalizzazione TCP/IP, Telnet, per uso certificati e autenticazione presso RAI

Creazione di siti Internet

Gestione di reti aziendali

Inceneritore del Gerbido, domande dei cittadini

Inceneritore del Gerbido, le vostre domande a Trm

 Alcune domande raccolte dal quotidiano piemontese che evidenziano lo stato di preoccupazione che vige tra i cittadini di Torino e Provincia.
Ora si attendono le risposte da parte di TRM, risposte che arriveranno sempre in modo superficiale ,senza nessuna risposta certa.
Inoltre per Domani Giovedì 16 Gennaio  è stato convocato d’urgenza ,il comitato locale di controllo presso  il comune di Grugliasco  alle ore  17.00 in Piazza Matteotti 50. Sarà l’ennesima buffonata, in quanto i cittadini potranno solo ascoltare in modo passivo ,tutto quello che
i sindaci ,Arpa e Trm diranno.

 

gerbido-inceneritoreIn seguito alla serie di articoli che abbiamo pubblicato a proposito dell’inceneritore del Gerbido a Torino, partiti da una serie di foto che ci sono state inviate dai cittadini della zona, siamo stati contattati dai responsabili di Trm, società proprietaria dell’impianto di termovalorizzazione. I responsabili si sono detti disponibili a rispondere alle domande che i nostri lettori avessero voluto sottoporre per mezzo di Quotidiano Piemontese e noi ovviamente vi abbiamo invitato a presentare i vostri dubbi , le perplessità, le curiosità. Qui di seguito riportiamo le domande che ci avete sottoposto e che abbiamo girato a Trm. Sono davvero tante quindi lasciamo qualche giorno a Trm per rispondere, appena riceveremo le loro risposte naturalmente le pubblicheremo.

 

Perché non siete tenuti ad un monitoraggio costante?

Quali sono i criteri dei vostri monitoraggi e ci sono organi terzi che contromonitorano?

Vengono fatti test sulla diossina nell’ambiente?

Che ricadute pensate abbia sulla qualità della vita delle persone, vivere in mezzo ai miasmi?

Che tutele hanno i cittadini, ora che il termovalorizzatore è gestito dai privati?

Che fine fanno le ceneri prodotte dall’inceneritore?

Perché non sono mai state valutate seriamente delle alternative?

Cosa dovrebbero pensare le persone di tutti gli “incidenti” avvenuti?

Dove abitate voi?

Il problema ambientale legato all’incenerimento dei rifiuti è ancora molto controverso a livello scientifico: è nota a tutti l’esistenza di studi che non mostrano correlazioni tra emissioni degli inceneritori e malattie della popolazione, così come esistono studi che affermano il contrario, nella fattispecie l’aumento di patologie gravi nelle fasce di popolazione maggiormente esposte. Al di là della diatriba scientifica, di cui non entro nel merito, da semplice cittadino Vi chiedo:

Come può una classe dirigente, alla luce del problema ambientale palesemente controverso, costruire un inceneritore direttamente a ridosso dei centri abitati, ignorando completamente quel principio di “diligenza del buon padre di famiglia” che dovrebbe essere alla base di ogni società di diritto?

Come può tale classe dirigente, alla luce dei numerosi guasti e dei numerosi sforamenti ai limiti di legge, occorsi ad un impianto – nuovo – che peraltro era stato più volte definito un “gioiello tecnologico”, continuare a sostenere la propria scelta incosciente ed irresponsabile assumendosi la responsabilità delle proprie azioni di fronti a milioni di cittadini?

Come può quella classe politica responsabile di aver avallato la costruzione dell’inceneritore, preferendolo ad altre soluzioni dal minor impatto ambientale, continuare a sperare di poter raccogliere, nel prossimo futuro, i voti di quelle persone che ogni mattina si alzano guardando quel camino maleodorante?

La scelta del sito dove costruire l’impianto non ha tenuto conto dell’impatto ambientale e degli effetti sulla salute. Non c’è stata trasparenza e né condivisione con la popolazione, ma una scelta imposta dalla politica. Basta rileggere i documenti e le delibere. Infatti il Gerbido non era il sito prescelto… Gli enti e gli amministratori avevano firmato un protocollo d’intesa per ricollocare la ex SADI Servizi Industriali, che invece è rimasta al suo posto e ha vinto la gara di appalto per lo smaltimento delle ceneri pericolose dell’inceneritore! TRM ha sostenuto che non esistevano fumi notturni. Ora sostiene che è solo vapore acqueo, anche quello che esce dal camino. Eppure si vantavano di un impianto che non emetteva fumi, perché intercettati e ripuliti (dal colore e non dalle sostanze tossiche visto che produce polveri microscopiche).
Allora questi cosa sono?

E se si tratta di vapore allora i filtri non funzionano?

Nell’Autorizzazione ambientale era previsto che TRM facesse delle analisi mensili a valenza conoscitiva  degli inquinanti più pericolosi (diossine/furani)?? Sono state effettuate? Se no per quale motivi e chi ha avallato tale decisione?

Come mai le prime analisi dei microinquinanti (diossine/furani) e dei metalli pesanti sono state effettuate ad Ottobre e non con cadenza trimestrale  come prescritto in AIA, per il primo anno di funzionamento. Chi ha avallato tale decisione?

Sono state effettuate le analisi sulle ceneri  pesanti inizialmente classificate come rifiuti pericolosi? Che tipo di classificazione è stata data a questi  rifiuti? A chi vengono inviati tali rifiuti per il loro trattamento/stoccaggio?

Sono stati effettuate analisi periodiche sui rifiuti in ingresso e che risultato hanno dato?  Si sono riscontrati ulteriori conferimenti di materiale radiattivo?

Come mai, in diversi casi di guasto fin’ora accaduti, non avete avvertito le autorità competenti (ARPA e Provincia) nei tempi previsti? (situazione rilevata ufficialmente da ARPA e Provincia)

Come mai non sono stati formati adeguatamente gli operatori della sala di controllo sulla gestione dell’impianto in caso di guasto/incidente? (situazione rilevata ufficialmente da ARPA)

Quali provvedimenti sono stati  intrapresi per limitare le decine di sforamenti  mensili e le centinaia di sforamenti semi-orari degli inquinanti emessi  fin’ora dall’inceneritore? (rilevati dalla lettura dei dati del sistema di monitoraggio)

Il mancato raggiungimento degli obiettivi  di incenerimento rifiuti da parte dell’impianto avrà riflessi sulle tariffe di conferimento?

I residenti di Beinasco hanno chiesto la possibilità di un dibattito pubblico ed aperto, dove sia dato lo stesso tempo ai cittadini (da un lato) e a TRM/ARPA/amministratori (dall’altro).
Sarà possibile questo incontro?

Il candidato alla presidenza della regione Piemonte

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La situazione attuale riguardo le candidature alle prossime elezioni regionali del Piemonte, vedono Sergio Chiamparino come candidato

papabile alla presidenza. L’ex sindaco di Torino dopo la conclusione del secondo mandato è entrato nel direttivo della compagnia Sanpaolo,

i lasciti alla città di Torino sono stati un bilancio pesantemente negativo. Quì di seguito un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”

leggete attentamente.

 

Le tessere del Pd raddoppiano come per incanto, sotto la Mole: da 12 a 26 mila in un anno. Ma non è l’unico cruccio del partito e del sistema di potere che da vent’anni governa Torino. Ci sono preoccupazioni peggiori, ombre più inquietanti, se è vero che Sergio Chiamparino, che è stato il sindaco più amato d’Italia, oggi è torchiato dai magistrati per uno scandaletto e assediato da altri cento affari del passato. Anche qui è finito il ventennio: non berlusconiano, perché tra il Po e la Dora i semi di Silvio Berlusconi non hanno mai attecchito; ma il ventennio del “sistema Torino”, che ha avuto in Chiamparino il suo campione.

Ha ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio ed è stato interrogato a lungo a palazzo di giustizia. L’indagine riguarda le concessioni ai locali dei Murazzi, le arcate sulla riva del Po trasformate in templi della movida. C’è la firma di Chiamparino sulle delibere che, secondo l’ipotesi d’accusa, avrebbero favorito gli esercenti con sanatorie e sconti sugli affitti. L’ex sindaco più amato dagli italiani, con un gradimento del 75 per cento, ha intanto lasciato il posto di primo cittadino aPiero Fassino, compagno di partito con cui non ha un gran feeling, e si è sistemato ai vertici della Compagnia Sanpaolo, la fondazione che è primo azionista di banca Intesa Sanpaolo. È andato davanti al Consiglio generale della Compagnia a presentare le sue dimissioni da presidente: rifiutate all’unanimità.

Tutto finito, dunque? No. Intanto perché l’inchiesta sui Murazzi continua. E poi perché ci sono tante altre brutte storie del periodo in cui è stato sindaco (2001-2011) che tornano d’attualità. La più pesante riguarda lo Csea, il consorzio di formazione professionale che era arrivato ad avere 300 dipendenti, molti provenienti dal mondo sindacale, e che è fallito dopo aver bruciato 40 milioni di euro. Anche sullo scomodo crac di quello che era conosciuto come il centro di formazione professionale della sinistra torinese, l’inchiesta è in corso. Un dirigente è stato arrestato, non è invece neppure indagato il deus ex machina del consorzio, quel Tom Dealessandri che dal 2006 è stato il vicesindaco di Chiamparino, poi di Fassino e ora è approdato nel consiglio d’amministrazione di Iren, la multiutility dei Comuni di Torino, Genova e Reggio Emilia.

Fallito anche il progetto Lumiq, una società promossa dal Comune che voleva creare una piccola Cinecittà in riva al Po, per far diventare Torino una capitale dell’industria del cinema. Sogno tramontato, non senza spreco di soldi pubblici e gran montare di polemiche. Sotto indagine anche il city manager di Chiamparino, Cesare Vaciago (ora direttore a Milano del Padiglione Italia di Expo), rinviato a giudizio per un concorso per dirigenti comunali che la procura di Torino ritiene sia stato truccato. Tra i miracolati di quella magica gara c’è anche Angela Larotella, che era diventa dirigente nel settore cultura del Comune, guidato da Anna Martina, figura centrale negli anni d’oro di Chiamparino, quanto Torino, persa la centralità della Fiat, cercava di riciclarsi come città della cultura e dell’entertainment. Tutto in famiglia: il marito di Martina, Walter Barberis, ha curato la mostra torinese sui 150 anni dell’Unità d’Italia; e il figlio, Marco Barberis, ha ricevuto incarichi ben remunerati per la sua società Punto Rec; in un caso, la delibera che gli affidava i lavori era firmata direttamente dalla madre.

Troppo o troppo poco, per la morale rigorosa e la cultura un po’ giansenista di Torino? C’è un accumulo di fatti e intrecci, inchieste e scandali che rischiano di far saltare il “sistema”. Che dire, per esempio, dei 16,5 milioni di euro buttati al vento dal Comune per realizzare il progetto (firmato dall’ottimo architetto Mario Bellini) di una Biblioteca civica che non si costruirà mai? E che cosa pensare dei 6 milioni di metri quadrati di aree ex industriali riempiti di cemento, un diluvio di edilizia residenziale in una città che ha 50 mila appartamenti sfitti? “Se un quartiere come la Spina 3 l’avesse fatto la Dc”, commenta un vecchio comunista dei tempi del sindaco Diego Novelli, “il Pci avrebbe fatto la rivoluzione. Invece l’abbiamo costruito noi, e va bene così”. Va bene anche l’edificazione del grattacielo di Intesa Sanpaolo, tirato su per dare l’illusione alla città di aver conservato la sua banca, il cui comando si è invece trasferito a Milano. E tirato su in un giardino trasformato in un attimo in area edificabile: “Se l’avesse fatto la destra, ci saremmo incatenati agli alberi”.

Ci sono anche episodi più brucianti. Quando fu ipotizzato un finanziamento illecito durante la prima campagna elettorale di Chiamparino, nel 2001, saltò subito su Gioacchino Sada, vecchio partigiano comunista, che si prese la colpa di aver raccolto da alcuni imprenditori una colletta di 25 milioni di lire per il partito, e tutto finì lì. Storie vecchie. Più nuova la vicenda di Giorgio Ardito, ultimo segretario torinese del Pci e primo del Pds, che ha appena incassato in primo grado una pena di 1 anno e 5 mesi per aver ricevuto 115 mila euro da Bruno Binasco, braccio destro dell’imprenditore di strade e autostrade Marcellino Gavio. Ardito ha sostenuto che era la buonuscita (in nero) per il suo lavoro in una società del gruppo Gavio, la Sitav. I giudici non gli hanno creduto e gli hanno inflitto una condanna, per quei soldi ballerini intascati nel 2010, proprio nei mesi in cui si stava preparando la campagna elettorale per Fassino sindaco.

Con Fassino, il cerchio si chiude. E tramonta il ventennio iniziato nel 1993 con l’elezione a sindaco di Valentino Castellani: un professore del Politecnico individuato dalla Santa Alleanza tra la Torino borghese e intellettuale che ha il suo rappresentante più attivo nel banchiere del Sanpaolo Enrico Salza, e la Torino comunista e operaia del Pci, non senza il beneplacito della Fiat della famiglia Agnelli, il cui declino non era ancora evidente. Due mandati Castellani e poi due mandati Chiamparino, e il ventennio è fatto. È in questi due decenni che nella città senza berlusconismo e senza vera opposizione si blinda il “sistema Torino”, una macchina di potere che prova a governare l’uscita dal fordismo, la transizione dalla città operaia a una nuova metropoli dalla vocazione più variegata, città della cultura, del cinema, dell’intrattenimento.

Il professor Silvano Belligni, scienziato politico dell’Università di Torino, ha creato un modello per rappresentare quel sistema e ha scoperto che 120 persone in questi due decenni si sono incrociate nei posti di comando nella politica, nell’amministrazione, nelle università, nelle banche. Provengono tutte dalle quattro famiglie che hanno stretto la Santa Alleanza per eleggere Castellani e poi Chiamparino: gli ex comunisti del Pci-Pds-Ds-Pd; le fondazioni bancarie e le banche (Sanpaolo, Cassa di risparmio); il mondo Fiat (da Evelina Christillin a Piero Gastaldo); il Politecnico e l’università (da cui vengono Castellani, Mercedes BressoElsa Fornero…). I 120 uomini d’oro del “sistema Torino” si sono incrociati nei posti di comando senza che fossero un ostacolo le differenti provenienze culturali: ex comunisti, cattolici cislini, liberali, massoni.

Dal profilo “tecnico” della prima giunta Castellani sono passati al ritorno della politica con il secondo mandato, per poi arrivare al culmine dell’era d’oro di Torino con la prima giunta Chiamparino, che ha raccolto i risultati del predecessore e ha incassato il successo delle Olimpiadi 2006, con tanti soldi arrivati e la città rinata e tirata a lucido. Poi il declino. Fino all’oggi, con Chiamparino sotto accusa per i cento piccoli pasticci del suo regno e Fassino a gestire di mala voglia un’eredità pesante, con il buco più clamoroso d’Italia, 3,5 miliardi di debito su un bilancio di 1 miliardo e mezzo.

Da Il Fatto Quotidiano del 7 novembre 2013, aggiornato dalla redazione web